giovedì 24 gennaio 2008

60° Anniversario della Costituzione - grande riferimento unitario

Alla seduta congiunta di Camera e Senato il presidente Napolitano parla di una "acuta crisi e incertezza" della politica, crisi nella quale la Costituzione "resta un riferimento unitario per i cittadini", mentre "nessuna delle forze oggi in campo può rivendicarne in esclusiva l'eredità, né farsene strumento nei confronti di altre".

ROMA – La Costituzione, in questo momento di "acuta crisi e incertezza", "resta un grande quadro di riferimento unitario per i cittadini". Lo ha rimarcato il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano parlando a senatori e deputati riuniti in seduta congiunta nell'Aula della Camera per celebrare il 60 anniversario della nostra Carta costituzionale. Seduta apertasi con l'Inno di Mameli.
"Non ha senso imputare alla Costituzione errori e distorsioni che hanno rappresentato il frutto di una complessa dialettica politica" ha detto il Capo dello Stato, sollecitando a "fare bene attenzione a non confondere indirizzi costituzionali e scelte politiche, responsabilità politiche".
Napolitano ha sottolineato la necessità di "porre mano a quel rinnovamento della vita istituzionale, politica e civile, in assenza del quale la comunità nazionale, in tutte le sue parti, sarebbe esposta a crisi gravi".
Il Presidente della Repubblica ha ricordato alle forze politiche che le riforme istituzionali devono essere fatte insieme. La Costituzione "non è intoccabile ma rappresenta più che mai, nella sua comprovata validità, un patrimonio comune" e "nessuna delle forze oggi in campo può rivendicarne in esclusiva l'eredità, né farsene strumento nei confronti di altre. Possono solo tutte insieme richiamarsi ai valori e alle regole della Costituzione, e insieme affrontare anche i problemi di ogni sua specifica, possibile revisione".
"Non c'è terreno comune migliore di quello di un autentico, profondo, operante patriottismo costituzionale. E', questa, la nuova, moderna forma di patriottismo nella quale far vivere il patto che ci lega: il nostro patto di unità nazionale nella libertà e nella democrazia" ha aggiunto il Capo dello Stato.

Per Napolitano il nostro Paese "ha le forze per superare questo cruciale momento storico". Ma, ha ammonito il Capo dello Stato "è necessario porre mano a quel rinnovamento della vita istituzionale, politica e civile, in assenza del quale la comunità nazionale, in tutte le sue parti, sarebbe esposta a crisi gravi" E "la condizione del successo è in un concorso di volontà, che non può, non deve mancare". Un concorso di volontà "più forte di tutte le ragioni di divisione, pur nello svolgimento di una libera dialettica politica e sociale" ha concluso il Presidente della Repubblica .
Il Presidente del Senato Franco Marini nel suo intervento ha ricordato che nella nostra Costituzione "sono contenuti i principi e i valori che costituiscono le condizioni indispensabili di un'Italia democratica, moderna ed evoluta".La Carta ha detto "è uno degli elementi propulsivi dello sviluppo democratico del nostro Paese che ha mantenuto attualità e capacità persuasiva
attraverso i radicali cambiamenti degli ultimi decenni e nel confronto, anche acceso, tra le forze politiche, sociali ed economiche". La seconda carica dello Stato ha sottolineato il "dibattito riformatore"' in corso da tempo e la necessità di "alcuni mirati adeguamenti istituzionali perché la nostra democrazia possa incidere più efficacemente di fronte ai tanti cambiamenti che
incalzano". Marini ha espresso l'auspicio che Marini la seduta solenne e le celebrazioni per il 60° della Costituzione "possano costituire un'altra stagione importante della nostra crescita civile e democratica".
Il Presidente della Camera Fausto Bertinotti ha rimarcato che "le basi dell'unità del Paese e della sua riforma sono custodite nella Costituzione della Repubblica italiana e nella testimonianza di civiltà che vi hanno impresso i Costituenti, consegnandola alla responsabilità nostra e delle
generazioni che ci seguiranno".
La terza carica dello Stato ha ricordato che "oggi viviamo un momento di acuta crisi della politica, che ha determinato una preoccupante distanza che separa i cittadini dalla vita pubblica, dalla politica e dalle istituzioni".
"Colmare questa distanza – ha avvertito - rappresenta il presupposto necessario per la risoluzione dei numerosi elementi di criticità con cui si confronta in questa fase la comunità nazionale, nell'epoca di un grande cambiamento denso di problemi molto ardui e assai dolorosi". (Inform)


DOCUMENTAZIONE - PATRIOTTISMO COSTITUZIONALE

La parte conclusiva del discorso del presidente Giorgio Napolitano nel 60° anniversario della Costituzione.

"E' innegabile che alle diverse persistenti contraddizioni e inadeguatezze dell'ordinamento della Repubblica si possa porre riparo intervenendo su alcune disposizioni della seconda parte della Costituzione."
"Ho perciò più volte auspicato che in quella direzione le forze politiche si impegnassero avviando un realistico confronto - nella ricerca del necessario e possibile consenso - su talune, essenziali e ben delimitate proposte di riforma dell'ordinamento costituzionale. Proposte che abbiano loro ragioni, di più lungo periodo, rispetto a un distinto e parallelo cammino - che pure ho auspicato - di riforma elettorale. Più in generale, ogni discorso sulla Costituzione deve prescindere da calcoli contingenti, caratterizzarsi per la sua autonomia e la sua ponderazione."
"Naturalmente, qualsiasi posizione culturale o politica favorevole a più drastici mutamenti del modello di riferimento della seconda parte della Costituzione repubblicana, può essere legittimamente sostenuta nel dibattito pubblico. Ma siffatti eventuali mutamenti vanno colti e prospettati nella loro complessità; le loro implicazioni e le loro incognite non possono essere eluse,
ed è bene rifuggire - nell'ipotizzarli - da semplificazioni e miracolismi."
"Un problema di equilibri istituzionali si pone comunque in un sistema democratico. Nell'unico paese europeo in cui sia stato introdotto il regime semi-presidenziale, con l'elezione di un Capo dello Stato partecipe dell'esercizio di poteri di governo, è oggi in corso un processo di riforma
dettato anche dal riconoscimento di una carenza di "contropoteri", e dunque rivolto, tra l'altro, al "riequilibrio delle istituzioni", al rafforzamento del ruolo del Parlamento, al riconoscimento del ruolo dell'opposizione. E negli Stati Uniti, nel sistema presidenziale per eccellenza, opera un forte
Parlamento, opera un insieme di controlli e bilanciamenti che ha fatto grande la democrazia americana."

"In realtà, dovunque, quale che sia il quadro istituzionale, la speditezza del processo decisionale è chiamata a fare i conti con la realtà dei conflitti e dei rapporti di forza politici. Se per l'Italia la via concretamente perseguibile, la più ponderata e saggia è - secondo l'opinione di molti - quella di un riequilibrio entro la forma di governo parlamentare, si deve essere ben consapevoli del fatto che la stabilità dei governi e la tempestività delle decisioni anche legislative, resteranno sempre legate in non lieve misura al livello di aggregazione e di coesione tra le forze politiche che si
alternano alla guida del paese, al loro grado di rappresentatività, alla loro autorevolezza."
"La ricorrenza del 60° anniversario dell'entrata in vigore della Costituzione ci sollecita a un grande impegno comune per porre in piena luce i principi e i valori attorno ai quali si è venuta radicando e consolidando l'adesione di grandi masse di cittadini di ogni provenienza sociale e di ogni ascendenza ideologica o culturale al patto fondativo della nostra vita democratica. Quei principi vanno quotidianamente rivissuti e concretamente riaffermati : e, ben più di quanto non accada oggi, vanno coltivati i valori - anche e innanzitutto morali - che si esprimono nei diritti e nei doveri sanciti nella Costituzione. Nei doveri non meno che nei diritti. Doveri, a cominciare da
quelli "inderogabili" di solidarietà politica, economica e sociale, che debbono essere sollecitati da leggi e da scelte di governo, ma debbono ancor più tradursi in comportamenti individuali e collettivi."
"Non posso non rilevare come invece troppi siano oggi i casi di non osservanza delle leggi e delle regole, di scarso rispetto delle istituzioni ma anche di scarso senso del limite nei rapporti tra le istituzioni, di indebolimento dello spirito civico e, in ciascuno, del senso delle proprie responsabilità. Così come non posso non esprimere allarme per ogni smarrimento di valori essenziali come quello della tolleranza e della libertà di confronto tra diverse posizioni di pensiero e ideali. Da tutto ciò traggo più che mai l'incitamento a un forte ancoraggio nei principi e nello spirito della Costituzione nata sessant'anni orsono."
"Signori Presidenti, onorevoli Parlamentari, Signore e Signori, l'Italia vive, insieme con l'Europa, tutte le incognite, le sfide e le tensioni del mondo che ci circonda, con le sue molteplici, incalzanti trasformazioni. E' mia convinzione - da voi, ne sono certo, sostanzialmente condivisa - che non
manchino al nostro paese le forze per superare le prove di questa fase storica e di questo cruciale momento. E' però necessario porre mano a quel rinnovamento della vita istituzionale, politica e civile, in assenza del quale la comunità nazionale, in tutte le sue parti, sarebbe esposta a crisi gravi."
"La condizione del successo è in un concorso di volontà, che non può, non deve mancare. Un concorso di volontà più forte di tutte le ragioni di divisione, pur nello svolgimento di una libera dialettica politica e sociale.
Ci unisce e ci incoraggia in questo sforzo la grande, vitale risorsa della Costituzione repubblicana. Non c'è terreno comune migliore di quello di un autentico, profondo, operante patriottismo costituzionale. E', questa, la nuova, moderna forma di patriottismo nella quale far vivere il patto che ci lega : il nostro patto di unità nazionale nella libertà e nella democrazia."