lunedì 30 aprile 2018

AI FERRI CORTI

Da Avanti! online 
 
La nuova Guerra Fredda 
tocca il suo punto più caldo
 
di Redazione Avanti!
 
Aumenta alla stelle la tensione in Siria, con Stati Uniti e Francia che si preparano ad una reazione dopo l'attacco chimico di Douma, di cui viene accusato il regime di As­sad, che nega sostenuto dall'alleato russo. Nelle prossime 24/48 ore Donald Trump prenderà la decisione sulla risposta da dare. Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha affermato che il Pentagono sta esaminando le prove e che tutte le opzioni sono sul tavolo. Proprio in queste ore, la US Navy sta schierando una task force di proiezione al largo della costa siriana: ciò non significa ovviamente un'op­zio­ne militare imminente. Washington invece chiede al Consiglio di Sicurezza dell'Onu di votare la bozza di risoluzione per istituire un nuovo meccanismo d'in­chie­sta indipendente sull'uso di armi chimiche in Siria. Alcuni jet russi avrebbero sorvolato a bassa quota il cacciatorpediniere Donald Cook della marina militare Usa, compiendo manovre di disturbo mentre si avvicinava alle acque territoriali siriane.
    Il presidente francese e quello statunitense hanno avuto un colloquio sulla situa­zio­ne in Siria e hanno espresso il desiderio di una "ferma risposta" da parte della comunità internazionale. Macron e Trump hanno ribadito di vo­le­re una reazione decisa alle nuove violazioni del divieto delle armi chimiche. Se "la li­nea rossa è stata superata" in Siria, ci sarà "una risposta": è l'avvertimento ri­ba­di­to dal portavoce del governo francese, Benjamin Griveaux, alla luce del presunto at­tac­co chimico lanciato il 7 aprile contro Douma, l'ultima roccaforte dei ribelli nel­la Ghou­ta orientale, alla periferia di Damasco. Lo scambio di informazioni tra il pre­si­den­te americano e l'omologo francese, ha aggiunto, "conferma a priori l'uso di ar­mi chi­miche". Dell'attacco è stato accusato il regime siriano di Bashar al-Assad che ha ne­gato, sostenuto dall'alleato russo, secondo cui si tratta solo di una montatura. Trump ha promesso che gli USA risponderanno "con forza" all'"orribile attacco" chimico.
    Insomma la situazione tra le due superpotenze torna ad essere tesissima: il Crem­li­no difende a spada tratta Damasco accusando l'occidente di 'fake news'. Trump non vuole sentir ragione. Sull'altro fronte, il ministero degli Esteri russo minaccia "gravi ripercussioni in caso di attacco". Così la nuova Guerra Fredda ormai in atto tra Stati Uniti e Russia tocca probabilmente il suo punto più caldo: inutile dire che le conseguenze sono attualmente imprevedibili. Intanto Trump cancella la sua par­te­ci­pa­zione all'8/o summit delle Americhe a Lima a fine settimana e la visita a Bogotà, come originariamente previsto, e "resterà negli Usa per sovrintendere alla risposta americana alla Siria e monitorare gli sviluppi nel mondo".