lunedì 13 ottobre 2014

CONTRO LA GUERRA

 
DISCORSO NEL CENTENARIO DELLA RISOLUZIONE PER LA
PACE DEI SOCIALISTI ITALIANI E SVIZZERI A LUGANO
 
di Felice Besostri
 
(Lugano, 28 Settembre 2014) - Oggi è una ricorrenza importante perché il 27 settembre 1914 i socialisti italiani e svizzeri due dei pochi partiti socialisti che non si fecero travolgere dalla deriva bellicista, redassero una Risoluzione contro la Guerra, la prima guerra mondiale. Lo è anche perché nello stesso luogo dove sorgeva l'Hotel Helvetia si trovano socialisti ticinesi e lombardi per ricordare quell'evento. Voglio trarre un positivo auspicio che la giornata sia stata aperta da una compagna doppia nazionale, come è un doppio nazionale il compagno Filippo Contarini, presidente dell'Antenna italiana del PSS, organizzatore dell'incontro nato da una proposta del compagno Giovanni Scirocco che ho fatto mia. Io stesso sono un doppio nazionale ma non ticinese, benché l'italiano sia la mia lingua madre, ma neo-castellano. Sono anche un doppio socialista membro della Direzione Nazionale del PSI e della Presidenza della Internationale Sektion del PSS/SPS.
    La più antica (fondata nel 1897) e tuttora esistente rivista del movimento operaio e socialista in lingua italiana è L'Avvenire dei Lavoratori, che si pubblica a Zurigo e che ha avuto come direttori – oltre a Ciro Menotti Serrati, Angelica Balabanoff, Ignazio Silone e Pietro Nenni – anche tre grandi socialisti ticinesi come Guglielmo Canevascini, Ezio Canonica e Dario Robbiani. La Federazione Socialista Italiana in Svizzera è stata fondata nel 1894 come organizzazione di socialisti di lingua, non di cittadinanza, italiana, e lo stesso valeva e vale per il Cooperativo, loro luogo di riunione.
  
Qualcuno leggendo i nomi dei socialisti italiani e svizzeri in calce all'appello si è chiesto se siamo altrettanto rappresentativi. Non dobbiamo preoccuparci anche se fossimo dei nani se ci sediamo sulle spalle di quei giganti possiamo vedere più lontano di loro. Loro avevano individuato i pericoli di una guerra, noi e le generazioni che ci hanno preceduto le abbiamo sperimentate sia della Prima che della Seconda Guerra Mondiale e dei loro dopoguerra, con la divisione del mondo tra Est e Ovest e il confronto nucleare.
    Manes Sperber ricevendo il Friedenpreis degli editori tedeschi nel discorso di ringraziamento si era chiesto come fossa stato possibile che i milioni di cittadini che da Parigi a Berlino, da Vienna a Londra avevano manifestato contro la guerra pochi mesi dopo si sarebbero sparati addosso da opposte trincee. E il dramma del movimento socialista, che non avrebbe più ricostruito un'Internazionale Socialista, comprensiva di tutte le sensibilità. Bandiera Rossa la conosciamo tutti ma si dimentica sempre la terza strofa "Avanti popolo non più frontiere/ stanno ai confini rosse bandiere"-. Negli anni 60 faceva ancora parte della nostra formazione politica Addio Lugano Bella e Gorizia, un grido contro la guerra. E' necessario ritornare ai valori del passato quelli espressi nella risoluzione contro la guerra di cento anni fa. In un cero senso è il Socialismo una nostalgia del futuro. Si colgono segni di pericolo inquietanti non solo nei focolai di guerra nel Medio oriente e nel Mediterraneo con il tradimento delle primavere arabe nella stessa Europa in Ucraina, ma tutto avviene anche perché ce stato uno sviluppo ineguale. La globalizzazione e la finanziarizzazione dell'economia non hanno ripartito la ricchezza con modalità più eque nel mondo, ma spesso hanno accentuato le differenze tra le parti più sviluppate e quelle più arretrate ed anche ha aumentato le diseguaglianze tra la parte più ricca e quella più povera anche nei nostri paesi.
    L'Europa Unita ha preso il Nobel per la Pace, ma non è all'altezza della sua missione anche simbolicamente se la guardiamo su una carta geografica ha un vuoto nel suo centro, in corrispondenza del cuore di un corpo umano: La Svizzera non ne fa parte e quindi ci manca la sua esperienza di collaborazione tra popoli di lingue e religioni diverse. Ha una sua responsabile di i politica estera e di sicurezza, con l'altisonante grado di Vicepresidente della Commissione Europea ma non una politica estera e di sicurezza comune. Non gioca quindi un ruolo sullo scenario internazionale. Non è quello che si immaginava nel manifesto di Ventotene, né quello per cui si sono battuti europeisti socialisti come Ignazio Silone o Eugenio Colorni. Oggi con il nostro incontro abbiamo ripreso in mano la loro bandiera.