FONDAZIONE NENNI
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Parliamo di socialismo
Piccolo contributo alla critica di se stessi
di Alfonso Isinelli
Mentre in Italia aspettavamo di sapere: a) se Berlusconi subirà una nuova condanna al processo Ruby, in attesa della tagliola definitiva della Cassazione sul processo Mediaset; b) se i parlamentari del M5S giustificheranno le loro spese con nuove gogne ed espulsioni annesse; c) se il sindaco di Fi-Renzi si candiderà o meno alla segreteria del PD; d) se al PD cambieranno le regole per impedirgli di presentarsi; e) se Letta troverà i soldi per tagliare IMU e IVA cioè garantirsi una tranquilla stagione balneare…
Mentr’eravamo in queste faccende affaccendati, JP Morgan, una delle più importanti e temute banche d’affari americane, quelle che fino al giorno prima dell’esplosione della bolla immobiliare e creditizia USA, dicevano tutto va bene madama la marchesa, ci ha spiegato il perché l’Europa, e in particolare in quella meridionale, non si riesca ad uscire dalla crisi. E chi legge la spiegazione capirà forse anche per quale ragione milioni di brasiliani scendono quotidianamente in piazza.
Voi non lo immaginavate, ma i problemi provengono dalle… nostre Costituzioni repubblicane. Nate in seguito alla caduta di dittature autoritarie, le carte fondamentali europee mostrano “una forte influenza delle idee socialiste, e in ciò riflettono la grande forza politica raggiunta dai partiti di sinistra dopo la sconfitta del fascismo”.
Ciò ha comportato: “Esecutivi deboli nei confronti del parlamento, tutele costituzionali dei diritti dei lavoratori, la licenza di protestare se vengono fatte proposte sgradite di modifica allo status quo”.
E noi, stupidi, che attribuivamo la causa della crisi, dalla quale non si vedono vie d’uscita, all’avidità speculativa, all’assoluto dominio del mercato finanziario senza leggi e regole. No, i vettori della miseria attuale erano le garanzie e i diritti che la democrazia offre ai suoi cittadini.
Questo lo stato dell’arte nei piani alti degli apologeti del libero mercato.
Che dire? Viene in mente Michael Douglas nei panni del finanziere Gordon Gekko il quale a causa delle sue speculazioni finisce in galera: «Stiamo diventando tutti pazzi?»