lunedì 1 luglio 2013

Il Porcellum? Lor signori se lo vorrebbero tenere ancora un po’. . .

Istituzioni - L'intervista

Besostri ad Affari Italiani

 

 

"C'è un tentativo della politica di evitare che la Corte Costituzionale dichiari illegittimo il Porcellum", denunciava qualche giorno fa Felice Carlo Besostri, co-promotore della lunga battaglia giudiziaria contro il Porcellum.

 

Intervista a cura di Tommaso Cinquemani - twitter@Tommaso5mani

 

Affari Italiani - Lei è stato uno dei promotori del ricorso in Corte Costituzionale contro l'attuale legge elettorale, il cosiddetto Porcellum. I tentativi di dimostrare la illegittimità di questa legge da parte vostra sono vari e risalgono fin all'autunno del 2008 (nel box a fine aritcolo tutta la storia). Solo a fine di quest'anno, dopo rinvii e tentativi di insabbiamento, forse la Suprema Corte si pronuncerà. C'è da chiedersi se la politica è interessata a modificare questa legge?

    Besostri - Assolutamente no, per il semplice fatto che le liste bloccate fanno comodo a tutti. Ci sono 50 persone in Italia che decidono chi sono i 945 onorevoli. Ma anche il governo non ha alcun interesse a modificare il Porcellum.

 

    AI - Anche il governo?

    Besostri - Certamente, il Porcellum è la migliore assicurazione per il governo Letta. O abbiamo un Presidente della Repubblica golpista, e Napolitano non lo è, oppure nessun Presidente scioglierà le Camere mandando il Paese alle elezioni sapendo che c'è un giudizio di costituzionalità pendente in Corte Costituzionale. Rischieremmo di andare a votare con una legge che poi si potrebbe rivelare incostituzionale. Questa ordinanza ha spuntato l'arma di Berlusconi che non può più minacciare il governo di tornare al voto.

 

    AI - Se a fine anno la Corte Costituzionale dovesse dichiarare incostituzionale la legge elettorale, il Parlamento e quindi anche il governo, si dovrebbero dimettere? Sarebbero illegittimi?

    Besostri - I risultati elettorali non si possono impugnare, se non davanti alle Camere. Ma i parlamentari, eletti con questa legge, non dichiareranno mai illegittima la votazione. Se le liste bloccate sono illegittime i parlamentari sono politicamente abusivi. Ma c'è di più. Avremmo un governo che vuole cambiare la Costituzione essendo stato eletto con una legge che forse a fine anno sarà dichiarata incostituzionale. E bisognerebbe parlare anche della squadra di 35 esperti nominata da Letta.

 

    AI - In quale modo è coinvolta la squadra che dovrebbe preparare la bozza di riforma costituzionale?

    Besostri - Nel 2008 Giovanni Guzzetta, Beniamino Caravita di Toritto e Nicolò Zanon, proposero un referendum per dare il premio di maggioranza alla lista che aveva più voti, non alla coalizione. In quella occasione queste persone hanno sostenuto che il Porcellum è assolutamente legittimo… Ebbene, questi tre studiosi fanno parte della squadra di esperti che il governo ha scelto per preparare una bozza di riforma costituzionale. Che garanzie ci possono dare queste persone?

 

    AI - C'è da aspettarsi che ci siano delle pressioni da parte del governo e dei partiti perché la Suprema Corte non si esprima?

    Besostri - Intanto si cercherà di fare in modo che la Corte Costituzionale si pronunci il più tardi possibile. Alla Corte ci sono molte cause che aspettano giudizio e solo la pressione del governo o dell'opinione pubblica possono far trattare questa questione prima di altre. C'è un tentativo di insabbiare il caso.

 

    AI - Anche da parte dei giornali?

   Besostri - In tutti questi anni molti giornalisti di testate importanti si sono rivolti a me per chiedere la documentazione, ma nessuno ha mai scritto nulla perché, mi è stato detto, avevano ricevuto l'ordine dai loro direttori di non trattare il caso. Questo vale sia per il Corriere della Sera che per Repubblica. In fondo il sistema bipolare andava bene a tutti, era quello che sosteneva Veltroni e De Benedetti.

 

    AI - Nella sua battaglia non ha cercato delle sponde nelle istituzioni?

   Besostri - Quando di fronte al silenzio della stampa che non parlava di questi ricorsi abbiamo cercato di sollevare lo scandalo sulla legge elettorale, né Stefano Rodotà né Gustavo Zagrebelsky ci hanno dato una mano. Ho spedito anche delle lettere a Mario Monti e ad Annamaria Cancellieri, ma non ho mai ricevuto risposta.