mercoledì 26 maggio 2010

La divisione dei socialisti 

IPSE DIXIT
O un economista  - "Chi crede che una crescita esponenziale possa continuare per sempre in un mondo delimitato è un folle, o un economista" - Kenneth Boulding 

VISTI DAGLI ALTRI
A cura di Internazionale - Prima pagina 

Giornalista scomodo, indennizzo milionario
Il giornalista Michele Santoro, 59 anni a luglio, diventerà presto un pensionato di lusso. Riceverà un indennizzo milionario dalla Rai, con la promessa di affidargli incarichi come collaboratore esterno. Il suo rapporto con la tv pubblica si è risolto grazie a una soluzione molto italiana, una manovra poco chiara e discutibile per eliminare una delle bestie nere di Silvio Berlusconi.

La Vanguardia, Spagna  

Corriere celeste dei conoscimenti benevoli

Si dividono. Si sa che i socialisti si dividono (in due fanno tre partiti). Ma come si dividono? Secondo il presente catalogo ufficiale, stilato dal professor Franz Kuhn secondo il "Metodo Borges-Foucault", e aggiornato dal professor Engel Weissbrot, i socialisti si dividono per genere in: 

    (a) leali verso la regina d'Inghilterra,
    (b) imbalsamati,
    (c) ammaestrati,
    (d) fatti mandare dalla mamma a prendere il latte,
    (e) gobbi a causa di un polveroso carico di utopie sociali,
    (f) pregiudicati, ex indagati o ex sospettati,
    (g) punk-a-bestia,
    (h) logici britannici inclusi in questa come in ogni altra classificazione,
    (i) che si agitano furiosamente,
    (l) giovani donne dimostrativamente ignude disegnate con un pennello finissimo di pelo di cammello,
    (m) oculati risparmiatori,
    (n) che hanno fatto cadere un re, un dittatore, un governo o al limite anche solo un sindaco,
    (o) che da lontano sembrano delle formiche a una festa di nozze campagnola,
    (q) amici dello sposo,
    (r) amici della sposa,
    (s) amici della spesa.     

Affari, politica e inchieste

Carlo De Benedetti indagato nello scandalo Coppola 
L'inchiesta coinvolge, oltre all'Ingegnere e altre 40 persone fisiche, anche una società, la Pablo Air line, proprietaria dell'aereo personale di Danilo Coppola. I pm contestano, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere finalizzata ad appropriazione indebita, falso ideologico, bancarotta e ostacolo alle funzioni degli organi di vigilanza.

C'è anche Carlo De Benedetti tra gli indagati nell'inchiesta della procura di Roma sui fallimenti di alcune società riconducibili al gruppo dell'immobiliarista Danilo Coppola. Lo comunica l'agenzia Thomson Reuters, facendo riferimento a fonti giudiziarie romane che hanno riferito la notizia nella giornata di giovedì. 

    Negli ultimi giorni l'ingegnere De Benedetti era rumorosamente intervenuto nel dibattito politico attaccando con virulenza l'ex premier D'Alema, ma in una recente conferenza londinese aveva anche criticato la leadership tedesca nell'Eurozona.

    Alcuni commentatori avevano ipotizzato che l'Ingegnere, presidente del Gruppo editoriale Espresso, stesse (come Montezemolo) preparando una sua "discesa in campo" in vista di un eventuale cedimento strutturale dell'asse di governo (Berlusconi-Lega) e di una parallela crisi del PD, che De Benedetti aveva dichiarato defunto per colpa di D'Alema e Bersani.

    Ora nei confronti di De Benedetti, dopo cinque anni d'indagini, viene ipotizzato dai pm Giuseppe Cascini e Rodolfo Sabelli il reato di ostacolo alla funzione di vigilanza della Consob, assieme agli altri ex membri del consiglio d'amministrazione della "Banca Intermobiliare di Investimenti e Gestioni" di Torino.

    I fatti risalgono al 2005 quando il cda della banca torinese deliberò l'erogazione di 100 milioni di euro di finanziamento a una società di Stefania Cossetti, ma di fatto utilizzati dall'immobiliarista Luigi Zunino, che sarebbe stato il "dominus" di questa società, riferisce l'agenzia Reuters citando l'atto di chiusura indagini, che solitamente anticipa la richiesta di rinvio a giudizio.

     Il reato consisterebbe nell'avere occultato all'organo di vigilanza l'effettiva esposizione finanziaria dell'istituto bancario nei confronti delle società utilizzate da Zunino, un'esposizione che con quel finanziamento avrebbe superato i 200 milioni, limite massimo di rischio consentito nei confronti di un singolo cliente.