lunedì 21 settembre 2009

Scandalo italiano all'estero - Il Caso Giacchetta 

Scandalo italiano all'estero Il Caso Giacchetta 

"Mio padre è morto nell'autunno scorso. Mia madre si è rivolta al patronato I.N.C.A. di Zurigo. Il funzionario le ha fatto firmare una procura a proprio nome. E poi si è intascato il fondo pensione per la vedovanza".

    Questa è una testimonianza delle numerose persone raggirate cui ha dato voce il ComItEs di Zurigo nella recente seduta straordinaria dedicata al “Caso Giacchetta". 

    Dalla fine di luglio l'ex dirigente del Patronato I.N.C.A. di Zurigo, Antonio Giacchetta, si trova in stato di custodia cautelare, accusato di un raggiro che avrebbe coinvolto un centinaio di lavoratrici e lavoratori emigrati suoi assistiti, per un danno che secondo alcune stime si aggirerebbe intorno ai venti milioni di franchi. 

    Di seguito riportiamo la posizione del sen. Micheloni e dell'on. Farina sulla scandalosa vicenda e segnaliamo un servizio video realizzato da "L'altraitalia".

Vai al servizio de L'altraitalia:
http://news.laltraitalia.eu/index.php
AVVERTENZA - L’AdL svolge un doveroso servizio nei riguardi della pubblica opinione senza poter assumere alcuna responsabilità rispetto alle affermazioni avanzate sia nel video realizzato da "L'altraitalia" sia nelle prese di posizione dei due esponenti parlamentari d'emigrazione. La redazione non ha potuto infatti verificare tutti gli asserti ivi contenuti.

Il sen. Micheloni sul Caso Giacchetta 



Risarcire i truffati
di Claudio Micheloni
Senatore della Repubblica (PD)
Presidente della FCLIS

La Federazione delle Colonie Libere Italiane in Svizzera (FCLIS), appresa la notizia dell’arresto per truffa, perpetrata da Antonio Giacchetta, ex impiegato del Patronato INCA Svizzera, ai danni di decine di nostri connazionali in Svizzera, esprime il proprio sdegno per ciò che è avvenuto e la più ampia solidarietà alle vittime.

    Detta truffa, condannabile in quanto tale, è ancora più indegna per il contesto nel quale è avvenuta e oltre a penalizzare gravemente i pensionati coinvolti, getta un’ombra sull’attività di strutture, che hanno come scopo quello di operare per il sostegno e la difesa dei diritti della nostra collettività all’estero, creando non poche difficoltà a quelle decine di operatori e volontari che con altruismo e passione svolgono attività di assistenza previdenziale.

    Centinaia di operatori, a titolo di volontariato, nel corso degli oltre 50 anni di vita del Patronato INCA-CGIL in Svizzera, hanno dato il loro contributo, spendendo il proprio tempo libero per i nostri connazionali nel disbrigo delle pratiche di pensione e per aiutarli a superare i mille problemi causati dalla difficile vita in terra straniera.

    Le Colonie Libere Italiane in Svizzera (CLI), associazioni nelle quali hanno lavorato la maggior parte degli operatori e assistenti volontari dell’INCA, sono indignate da quanto è accaduto e dal fatto che sia potuto succedere.

    Dalla nascita sul territorio elvetico del Patronato della CGIL, già a partire dalla fine degli anni cinquanta, le CLI hanno messo a disposizione le loro sedi ed hanno ospitato l’attività di sostegno e assistenza che veniva organizzata dalla struttura italiana, fornendo alla stessa, le persone a titolo gratuito per svolgere tale lavoro, prova ne è che, ancora oggi, in varie zone della Svizzera, le nostre strutture svolgono questo importante lavoro.

    A tutti coloro che nel corso di decenni hanno prestato questa opera di assistenza, alle CLI e a tutti quelli che, ancora oggi, si impegnano a sostegno dei nostri connazionali, va il nostro più sentito ringraziamento e l’invito a continuare con serenità a svolgere questo importante lavoro.

    Ai pensionati truffati, oltre a manifestare la nostra piena solidarietà, la FCLIS garantisce il proprio impegno teso a far si che vengano trovate tutte le strade possibili per la completa soluzione del loro problema – perseguendo l’obiettivo del risarcimento delle persone truffate - nella convinzione che, a tal fine, si adopererà soprattutto il Patronato INCA-CGIL con i cui dirigenti la FCLIS è in costante contatto.

    Al di là della convinta condanna morale, spetta alla magistratura elvetica, nella quale la FCLIS ripone piena fiducia, giudicare chi invece personalmente si è macchiato di un reato del tutto ingiustificabile.


L'on. Farina sul Caso Giacchetta
Un raggiro criminoso
L'interrogazione parlamentare dell'on. Gianni Farina (PD)

Premesso che la Procura di Zurigo ha aperto questa estate una azione giudiziaria a carico del Signor Antonio Giacchetta, già responsabile del Patronato INCA dell'Ufficio di Zurigo, (una delle organizzazioni di tutela e assistenza ai nostri connazionali in Svizzera, in Europa e nel mondo, la cui opera è universalmente apprezzata e  appare oggi eventualmente vittima, unitamente ai connazionali interessati, di un raggiro criminoso da parte di un suo dipendente - decaduto dalle sue funzioni al primo emergere dei fatti - tale da aprire una attenta riflessione sulla catena di controllo interno degli incaricati di operazioni di particolare delicatezza) per verificare la veridicità di sue gravi responsabilità per essersi appropriato indebitamente degli averi di Casa Pensione  (in Italia equivale al "Trattamento di Fine Rapporto") di numerosi cittadini italiani residenti nella Confederazione Elvetica, i quali  gli avevano affidato - consapevolmente o non - e attraverso procedure alquanto singolari, le loro pratiche pensionistiche;

    Data l'entità del fenomeno, che secondo una stima non ufficiale pare riguardi un centinaio di casi per una somma complessiva di circa 20 milioni di franchi svizzeri (circa 13 milioni di euro), le operazioni finanziare condotte dal Signor Antonio Giacchetta, richiedevano procedure e modalità appropriate, alcune delle quali presso il Consolato Generale d'Italia in Zurigo, per permettere in primo luogo agli Enti gestori delle Casse pensioni svizzere di ottemperare alle richieste di riscossione del capitale da parte degli assicurati, capitale successivamente versato su conti correnti bancari intestati al Signor Antonio Giacchetta, e in secondo luogo, agli Istituti bancari di versare dai suddetti conti una rendita mensile ai cittadini e alle cittadine indicati dal Sig. Giacchetta come titolari di una inedita rendita pensionistica;

    Il caso è esploso quando alcuni titolari della rendita di cassa pensione non si sono visti più accreditare sul loro conto corrente bancario l'abituale importo mensile e hanno deciso di denunciare  pubblicamente l'accaduto.

    Ciò premesso, si chiede:
    - Se sono state rilevate irregolarità nel corso degli ultimi 6-7 anni presso l'Ufficio del Consolato Generale d'Italia in Zurigo, autorizzato a rilasciare atti ufficiali, con timbro del Consolato Generale d'Italia in Zurigo e firma del funzionario preposto, nonché l'autenticità della  firma consensuale del legittimo beneficiario, da esibire agli Enti gestori dei Fondi di Cassa pensione ai fini della restituzione del Capitale appartenente al titolare del premio di Previdenza sociale; 

    - Se, in considerazione dei fatti sopra esposti, sia stata avviata un'indagine ispettiva presso il Consolato Generale d'Italia in Zurigo per verificare eventuali irregolarità compiute nel corso degli ultimi 6-7 anni presso l'Ufficio del Consolato Generale d'Italia in Zurigo, autorizzato a rilasciare atti ufficiali, con timbro del Consolato Generale d'Italia in Zurigo e firma del funzionario preposto, da esibire agli Enti gestori dei Fondi di Cassa pensione ai fini della restituzione del Capitale appartenente al legittimo titolare del premio di Previdenza sociale;

    - Se, in presenza di accadimenti di una tale gravità, verificatisi attraverso   metodi perlomeno inabituali (la riscossione del capitale della cassa pensione riguarda, generalmente, ogni singolo beneficiario, e sembra che non tutte le  casse abbiano avvalorato l'inedita procedura ), le istituzioni italiane, a tutela dei loro cittadini, non debbano intraprendere le necessarie iniziative per verificare eventuali responsabilità delle stesse Casse pensioni nel non aver proceduto ai necessari controlli di fattibilità e regolarità di ogni singola operazione che, da quanto emerge, ha messo a repentaglio i fondi pensione accumulati dai nostri connazionali.

    - Se, data la grave situazione finanziaria di tanti nostri connazionali, determinata dagli accadimenti  sopradescritti, il Ministero, in accordo con le istituzioni consolari, non possa prevedere un intervento nel tempo (un fondo straordinario ), e sino alla definizione delle responsabilità in sede giudiziaria, a favore dei nostri connazionali colpiti a cui viene a mancare un pilastro fondamentale per la loro esistenza.