lunedì 21 settembre 2009

Italiani all'estero

Italiani all'estero
Parte di una grande storia dell’emigrazione
Il Presidente Fini ha ragione sugli immigrati ma sbaglia quando fa distinzioni  con gli italiani all’estero. Facciamo tutti parte della grande storia dell’emigrazione!

di Marco Fedi
Deputato della circoscrizione estero (PD) 

In politica, anche quando non si fanno paragoni diretti, ma si presentano riflessioni su episodi o questioni tra loro distinte ma accomunate nella discussione, occorre stare molto attenti, perchè spesso si cade negli stereotipi.

    Il Presidente della Camera Gianfranco Fini è caduto per la seconda volta in questo errore. Ma è un errore, purtroppo, comune.

    Ricordo ad inizio legislatura la sua riflessione su una presunta maggiore gravità delle proteste studentesche e dei centri sociali per la partecipazione di Israele alla fiera del libro di Torino, rispetto invece all’attacco, che comportò la morte di un giovane, da parte di presunti naziskin a Verona! Episodi distinti, non paragonabili. Quindi perchè unirli nella riflessione?

    Italiani nel mondo ed immigrati in Italia sono oggi accomunati da un elemento comune, la grande storia dell’emigrazione e della mobilità delle persone nel mondo. È un errore fare distinzioni, separarli su basi stereotipiche, a proposito di italianità o amore per l’Italia, a proposito di voglia di parlare la lingua italiana e di conoscere la cultura del nostro Paese. Perchè fare distinzioni, che sono semmai soggettive, tra italiani all’estero ed immigrati? Soprattutto quando i temi dell’integrazione e della promozione di lingua e cultura italiane nel mondo, dell’intero sistema Italia nel mondo, sono interdipendenti.

    Mi pare questo l’errore di Fini: nel merito poi ha ragione quando chiede maggiore attenzione verso gli immigrati e soprattutto verso chi nasce in Italia e si sente legittimamente italiano. Noi diciamo che anche all’estero abbiamo tanti figli e nipoti di italiani che si sentono italiani, che amano l’Italia e che vorrebbero poterla conoscere meglio e parlarne la lingua. Ecco perchè, caro Presidente, dovremmo evitare di tagliare fondi e risorse alle nostre comunità, come ha invece fatto il Governo Berlusconi!



Riceviamo e volentieri pubblichiamo
La Memoria dell'Avvocatura sul Lodo Alfano
di Stefano Ceccanti 
Senatore Pd, relatore di minoranza sul lodo Alfano

     1. L'insieme degli argomenti utilizzati dall'Avvocatura si fonda su motivazioni politiche contingenti, di opportunità, e non risponde in modo minimamente convincente alle obiezioni di costituzionalità.

     2. Come si è già rilevato ieri, l'argomento politico delle possibili dimissioni del Presidente del Consiglio è insensato se posto di fronte alla Corte costituzionale e per di più il riferimento al precedente del Presidente Leone è palesemente errato, trattandosi allora di una campagna di stampa e non di un processo.

    3. L'argomento che viene più volte ripetuto, quello dell'esistenza di un circuito mediatico-giudiziario, vale, se fondato in quei termini, per tutti i cittadini e giustifica azioni di riforma su quel terreno, non privilegi per qualcuno.

    4. Le due risposte all'obiezione più forte, quella per cui scelte di questo tipo debbono, nel caso, essere fatte con legge costituzionale perché si derogano vari principi costituzionali, a cominciare da quello di uguaglianza, sono inconsistenti. Lo è la prima, quella relativa al precedente della sentenza n. 24/2004 che dichiarò incostituzionale il lodo Schifani senza far cenno a tale argomento. Infatti l'ordinanza di rimessione non aveva posto quel problema e, pertanto, come dichiarò Leopoldo Elia nell'audizione in Senato "Chi tace non dice nulla", il silenzio (per di più di fronte a una mancata domanda) non dice niente.

    Lo è anche la seconda, che però, più che essere inconsistente è pericolosissima: si potrebbe secondo l'Avvocatura fare quasi di tutto con legge ordinaria, tranne toccare le "parti essenziali", le "strutture" proprio perché la legge ordinaria è "modificabile più agevolmente" di fronte a "esigenze meno durature". In pratica questa pericolosissima affermazione tende a ridurre al minimo il valore della rigidità costituzionale, ristretta a una minima parte della Carta, dal confine peraltro molto incerto (le "strutture", le "parti essenziali") e a consentire al legislatore ordinario qualsiasi altro sconvolgimento. Non a caso, per rispettare con rigore la rigidità costituzionale, molte delle leggi costituzionali della vita repubblicana sono state approvate proprio per risolvere questioni "una tantum": basti ricordare la legge cost. 2/1989 sul referendum per i poteri costituenti al Parlamento europeo, la 1/1991 sullo scioglimento anticipato nel semestre bianco, la 1/1993 e la 1/1997 sui poteri delle Bicamerali per le riforme. Ci immaginiamo ad esempio, in una situazione di emergenza, quali limitazioni ai diritti sarebbero concepibili con legge ordinaria secondo questo argomento? Questo aspetto della memoria è di gran lunga il più grave, persino più del problema sollevato già ieri sull'argomento politico delle dimissioni.

    5. Anche l'altra obiezione forte, quella di aver varato una protezione generale, automatica, assoluta, superiore a quella prevista in quel caso dalla Costituzione (e non da una legge ordinaria) per i reati ministeriali, per i quali è prevista la possibilità di autorizzare la celebrazione del processo, ha una risposta insensata: "i reati funzionali..hanno una valenza politica tale da rendere utile una decisione quanto più tempestiva possibile, valenza che non hanno...quanto meno nella stessa natura i reati comuni". Ma la protezione, in deroga al principio di uguaglianza e a danno delle altre parti del processo si dovrebbe fondare sull'idea di proteggere la funzione e non la persona per cui non può essere più forte per i reati extra-funzionali. Non può trattarsi di un privilegio che copre peraltro anche i reati comuni commessi prima dell'assunzione del mandato.

       
Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Alla segreteria del PD sostengo Bersani
di Gianni Pittella *)

Care amiche, cari amici, come forse saprete già, ho deciso di sostenere Bersani alle primarie del 25 ottobre 2009.
    Nelle scorse settimane è partita la campagna per la costituzione dei Comitati a sostegno della candidatura di Bersani a Segretario. I Comitati, la cui finalità è quella di discutere e diffondere la Mozione Bersani e mobilitare per le primarie, potranno essere costituiti accedendo al sito http://www.bersanisegretario.it

    Ad oggi i Comitati che si sono registrati sono più di 600, e si sono costituiti sia su base territoriale che tematica. A testimonianza del nostro impegno, Vi invito a dare il costro contributo costituendo un comitato per Bersani e invitando i vostri amici e concittadini a partecipare attivamente a questo grande evento della vita democratica del nostro Paese, le primarie del PD.

    Attraverso la costituzione del comitato potrete ricevere informazioni, scaricare materiali da diffondere, interagire in modo diretto e immediato con gli altri comitati, organizzare iniziative con i colleghi amministratori e dirigenti nazionali che sostengono Bersani e proporre idee e progetti al candidato segretario del PD.

*) Europarlamentare, coordinatore Comitato Bersani Segretario: comitati@bersanisegretario.it  PD all'estero per Marino

Anche i tanti italiani nel mondo, democratici e progressisti, si mobilitano in questi giorni per sostenere la candidatura di Ignazio Marino a segretario nazionale del Partito Democratico. Per coordinare i tanti militanti volontari nel mondo è nato il Comitato degli italiani nel mondo per Ignazio Marino segretario del PD.

di Riccardo Spezia *)
La storia di Marino, la sua lunga permanenza all’estero, tra Inghilterra e Stati Uniti, fanno sì che ci sia una naturale comunanza tra la sua visione dell’Italia e la nostra esperienza di italiani all’estero. Comune è il nostro diritto di "di tornare a essere orgogliosi del nostro paese. Perché l’Italia è migliore di quanto vorrebbe la retorica del cinismo e del disincanto."

    Gli italiani nel mondo rappresentatno tante storie passate e tanti presenti diversi di immigrazione in tutti i continenti. Per questo il comitato degli italiani nel mondo si costituisce in una modalità aperta – nello spirito della candidatura di Marino – pronto ad accogliere e supportare tutti sostenitori di tutti i continenti. Sostengono già oggi Marino nel mondo rappresentanti delle tante professionalità italiane, delle diverse migrazioni italiane: commercianti, professori, managers, operatori culturali, ricercatori, lavoratori dipendenti, liberi professionisti.

    Il comitato promuove i comitati locali. Sono già nati i comitati della Svizzera (marino.svizzera@gmail.com ) e della Francia (marino.francia@gmail.com) e altri nasceranno nei prossimi giorni.

    Il comitato italiani nel mondo per Marino: Beatrice Biagini e Riccardo Spezia (Francia), Marco Simoni e Simona Milio (Inghilterra), Eleonora Bellini (Scozia), Filippo Zuliani e Francesco Cerisoli (Olanda), Filippo Orlando (Belgio), Teresa Latempa, Antonio Ereditato, Maurizio Nappa e Ciro Pistillo (Svizzera), Alessandro Ponturo (Spagna), Stefano Borgioli e Luigi Cornaglia (Germania), Raoul Minetti e Francesco Nigris (USA).

*)  Comitato italiani nel mondo per Ignazio Marino segretario del PD,   http://mondo.scelgomarino.info/