martedì 12 maggio 2009

Non si gioca con la democrazia

Roma -  Veglia multietnica

Il Comitato di David Sassoli, convoca per lunedì 11 maggio alle 21.00 in piazza Navona a Roma una veglia per riflettere e protestare contro il clima che sta montando nei confronti degli extracomunitari. Alla veglia sono invitati, movimenti, associazioni, sindacati e tutti le altri componenti della socità civile. In una nota il Comitato afferma che solo "in Italia la multietnicità è considerato un problema, un ostacolo. In tutti gli altri Paesi d'Europa essa è vista come un valore, una ricchezza da alimentare nella sicurezza di tutti i cittadini".

Per informazioni contattare Beatrice Curci al numero 339.8086693 o all'indirizzo di posta elettronica: ufficiostampa@davidsassoli.it

       

Ipse dixit

Una mano concreta - «Alla Chiesa importa molto dei comportamenti privati, ma tra un devoto monogamo che contesta certe sue direttive ed uno sciupafemmine che le dà invece una mano concreta, la Chiesa dice bravo allo sciupafemmine». Francesco Cossiga 

Tutte le Marie Barbise - «Già principiavano a invaghirsene, appena unte de cresima, tutte le Marie Barbise d'Italia, già principiavano a invulvarselo, appena discese d'altare, tutte le Magde, le Milene, le Filomene d'Italia... sognando fasti e roteanti prodezze del manganello educatore...». Carlo Emilio Gadda

Lo. Li. Ta. - «Lolita, luce della mia vita, fuoco dei miei lombi. Mio peccato, anima mia. Lo-li-ta: la punta della lingua compie un percorso di tre passi sul palato per battere, al terzo, contro i denti. Lo. Li. Ta.». - Vladimir Nabokov


       
Visti dagli altri

A cura di Internazionale - Prima Pagina

La rivolta della first lady

Le vicissitudini coniugali di Silvio Berlusconi appassionano gli italiani. Se n'è occupato anche il quotidiano dei vescovi e il prete confessore di Berlusconi, il vecchio Don Zuliani, 87 anni, ha subito preso le difese del suo protetto: il Cavaliere è solo un uomo un po' esuberante, capace giusto di qualche galanteria. È la signora Berlusconi ad aver scatenato questa tempesta. Le mogli dei grandi leader cominciano a dare dei problemi: ormai non condividono neanche più le opinioni politiche dei loro mariti!

Le Monde, Francia
http://www.lemonde.fr/opinions/article/2009/05/06/premieres-dames-par-robert-sole_1189630_3232.html


Un'immagine falsa

Proprio quando sembrava che nulla avrebbe potuto toccarlo, Silvio Berlusconi deve affrontare l'ostacolo più grande da quando è stato nominato presidente del consiglio un anno fa. Gliel'ha creato sua moglie, Miriam Bartolini (meglio conosciuta con il vecchio nome da attrice, Veronica Lario), che il 3 maggio ha fatto sapere di volere il divorzio per il comportamento di suo marito con le altre donne. Più di ogni altro leader europeo Berlusconi ha costruito la sua carriera politica su un'immagine di ricchezza, potere e lealtà da parte di chi gli sta intorno. Ma in questo caso, l'immagine si è rivelata falsa.
The Economist, Gran Bretagna
http://www.economist.com/world/europe/displaystory.cfm?story_id=13611661

       
PD e PSE a Strasburgo

Sì, è quella la casa europea del PD

di Luigi Berlinguer

La missione del Pd è di contribuire in modo determinante alla costituzione del nuovo gruppo parlamentare europeo. L’Alleanza dei democratici e dei socialisti, come ha sottolineato ieri Europa, «è una novità storica perseguita da molto tempo da diverse forze progressiste europee». Dopo aver compiuto in Italia una scelta non reversibile, il Partito democratico contribuirà in modo fattivo alla stessa innovazione in Europa. L’obiettivo, per una volta, è molto chiaro: riunire tutte quelle forze riformiste fino a oggi frammentate perché rigidamente influenzate dalle proprie origini.

    In Italia, un lungo e solido percorso politico e culturale ha portato l’Ulivo ad offrire un contributo, innovativo e fondamentale, a questo processo. Infatti, prima di porre problemi di schieramento, di definizione nominalistica, l’Ulivo ha sciolto i nodi dei contenuti, delle strategie, dei valori. Detto in modo sintetico, ha affrontato l’elaborazione di una sua visione della società.

    Solo i nostalgici sentono il bisogno di crogiolarsi sulle formule. Perché, se si guardano i contenuti, l’agenda dei riformismi comincia a profilarsi, ora è più chiara. La protezione e la valorizzazione sociale sono sempre il primo dei nostri obiettivi.

    I deboli, quelli di ieri e quelli (numerosissimi, purtroppo) di oggi.
    Ma per centrare quell’obiettivo, dobbiamo insistere senza reticenze sulla valorizzazione delle capacità, delle intelligenze e dei giusti meriti. Per evocare un’antica formula, una società aperta: a ciascuno secondo il suo bisogno e, insieme però, secondo le sue capacità.

    Perché per rendere pieno un principio caro a noi tutti, quello dell’uguaglianza, c’è bisogno di sostenere i diritti di tutti, e nel mondo globale di valorizzare le differenze, ma di evitare che diventino fonte di discriminazione. Soltanto così si potranno rinvigorire le nostre robuste radici. Negli stretti perimetri del passato rischierebbero, al contrario di seccare. Ed è con questo spirito fortemente unitario che io stesso la affronto: certo, trovo in questo uno dei motivi centrali, lo scrivo per la prima volta, che mi hanno spinto ad accettare la candidatura che mi è stata proposta dal segretario del Pd Dario Franceschini.

Commento apparso su Europa, quotidiano del PD, l'8 maggio 2009




Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Non si gioca con la democrazia

di Luciano Belli Paci

La legge elettorale "porcellum", tra i tanti difetti, ne contiene uno davvero inquietante: non prevede alcun quorum minimo per l'attribuzione del premio di maggioranza.

    Il che la rende peggiore non solo della famosa (e calunniata) "legge truffa", che attribuiva il premio alla coalizione che avesse raggiunto il 50 % più uno dei voti, ma perfino della famigerata "legge Acerbo" del 1923, che attribuiva il premio alla lista che avesse raggiunto almeno il 25%.

    Il referendum abrogativo non soltanto non colpisce questo latente rischio di aberrazione antidemocratica, ma ne aumenta a dismisura la pericolosità.

    E' infatti evidente che se il premio è riservato alle coalizioni, come oggi, è più probabile (pur non essendo affatto certo) che - come in effetti è avvenuto - l'alleanza vincente arrivi vicino al 50 % dei voti o lo superi, sicché un premio che la porti al 55 % non suscita scandalo. Con la legge che uscirebbe dal referendum, invece, il premio dato ad una sola lista prima classificata fa sì che, un domani, in una competizione con più di due protagonisti, anche con il 30 % dei voti o addirittura meno (se i maggiori competitori fossero 4) si ottenga un'enorme maggioranza parlamentare.

    So bene che questo succede tranquillamente da decenni in Gran Bretagna dove, non regnando più da tempo il bipartitismo (anche se in Italia molti non se ne sono accorti ...), talora il primo partito vince e governa con il 35 % dei voti.

    Con gli inglesi funziona (anche perché lì ci sono laburisti, conservatori e liberali, non Berlusconi, ex fascisti ed ex comunisti...), ma nell'Europa continentale se governi avendo contro il 65-70 % del Paese si scatena la guerra civile.

    Non si gioca con la democrazia.