Una catastrofe annunciata
I drammatici tagli ai capitoli di spesa per gli italiani all’estero: necessaria una forte mobilitazione democratica in ogni circoscrizione consolare. Il rispetto della data prevista per il rinnovo dei Comites e del Cgie. Il lavoro e l’impegno unitario degli eletti in Parlamento.
di Gianni Farina *)
Le spese per la tutela e l’assistenza diretta ai connazionali all’estero, soprattutto indispensabili per gli interventi in America latina, meno 18 milioni; lo stanziamento per l’assistenza educativa, scolastica e culturale dei lavoratori italiani all’estero e delle loro famiglie, da trentaquattro a quattordici milioni, vanificando di fatto ogni possibilità di proseguire con successo nell’opera di crescita culturale e formativa della nostra collettività. Per i contributi ai Comitati degli italiani all’estero, meno cinquecentomila; una tosatura di oltre cinquantamila per le riunioni annuali dei presidenti dei Comites; consistenze limature agli stanziamenti annuali per il funzionamento del Consiglio Generale e dei Comitati degli Italiani all’estero. Azzeramento dello stanziamento per l’istituzione del Museo dell’Emigrazione Italiana. Il pur insufficiente tentativo di ricreare la memoria e il senso di appartenenza della moltitudine italofona nel mondo, cancellato con un tratto di penna, la penna della vergogna e dell’irriconoscenza. Non è nemmeno il tutto di una pur sommaria lettura di una catastrofe annunciata. Il segno di un governo arrogante e allo sbando nei cui provvedimenti possiamo persino scorgere, e sarebbe di una gravità senza precedenti, un intento punitivo verso la comunità italiana nel mondo. Nulla di più facile, nulla di più possibile Basta una pur labile memoria, riandare indietro di poche settimane e di pochi mesi, per scorgere i segni premonitori dello tsunami che si sta abbattendo sul Parlamento, ridotto ad esercitare l’unico atto finale del suo fondamentale e costituzionale ruolo legislativo: il voto di fiducia. Non abbisognano, i cittadini emigrati, di straordinarie conoscenze nel campo della economia e della finanza (dato e non concesso che i presunti specialisti, viste le catastrofi finanziarie di questi giorni, ne sappiano molto di più) per comprendere che, sull’ICI e sulla tassa dei rifiuti in Italia, si sia tolto ai nostri connazionali nel mondo, ripristinando, e solo per loro, l’ingiusta gabella, togliendola, nel contempo, ai ricchi proprietari in Italia. Cosa fare? Ora, quali gli obblighi e i doveri per i rappresentanti dei nostri emigrati nel parlamento repubblicano. Diritti e doveri per il Consiglio Generale, gli organismi elettivi dei Comitati degli Italiani all’estero, l’associazionismo democratico, le espressioni sindacali e patronali italiane in Europa e nel modo. Essenziale mi appare l’esigenza di una forte e marcata mobilitazione in ogni paese o continente ove più grave è lo smacco e più forte la preoccupazione per quanto sta accadendo. Mobilitarsi in ogni circoscrizione consolare per raccogliere il massimo di consenso e dare quindi strumenti più efficaci ai nostri rappresentarsi in parlamento nel continuare una battaglia di lunga lena a difesa degli interessi della nostra collettività. Si rischia di esaurire il rapporto tra l’Italia e gli italiani nel mondo Particolare attenzione meritano i documenti finali scaturiti dalle riunioni continentale e del comitato di presidenza del CGIE di fine settembre a Parigi. Una preoccupazione, matura e consapevole, dei rischi di un possibile esaurimento del rapporto dell’Italia con i propri connazionali nel mondo. La riaffermazione della richiesta del rispetto delle scadenze naturali degli organismi elettivi (Comites e Consiglio Generale) e del loro rinnovo nella primavera del 2009. Raccogliere le sirene interessate di chi, nel MAE (on. Sottosegretario Mantica?), e ne capiamo i motivi e altrove, meno comprensibile!, lega il rinnovo dei consigli alla riforma di due pur buone leggi (naturalmente perfettibili, anche in un futuro prossimo), mi appare una drammatica e irresponsabile operazione a difesa dei gravi atti di governo. Permettere che tutto quanto sta avvenendo si disperda nelle nebbie della rassegnazione e del disinteresse generale per ogni tipo di rappresentanza delle nostre collettività. Nella catastrofe dei tagli, i capitoli riguardanti le spese per le elezioni di tali organismi, risultano, miracolosamente, invariati. Vanno utilizzati per lo scopo indicato, e se così non fosse, il governo se ne assumerebbe intera la responsabilità. La premessa per una efficace e lunga campagna di sensibilizzazione e di attenzione ai problemi dei nostri cittadini, per atti concreti di rinnovamento e di rispetto del pluralismo associativo e democratico, per poter uscire dal momento elettivo con organismi ricchi di nuovi soggetti disponibili a dare un loro innovativo e creativo contributo. Penso e spero nell’onestà di ogni attore protagonista e nella saggezza degli eletti in Parlamento perchè sappiano, pur nella dialettica maggioranza opposizione, trovare le ragioni dell’unità nei superiori interessi della comunità italiana nel mondo.
*) Deputato (PD) eletto nella Circoscrizione Estero