martedì 23 settembre 2008

Napolitano: "Dobbiamo ancorarci alla Costituzione"

Ipse dixit - in collaborazione con Logos Quotes
La cosa migliore - «Quando ci sono due versioni contrastanti di una storia, la cosa migliore è credere a quella in cui le persone danno il peggio di sé». - Harry Allaen Smith

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Quirinale
Napolitano: "Dobbiamo ancorarci alla Costituzione"
Il Presidente Napolitano a Venezia: "Si pone l'esigenza di un rinnovato, consapevole ancoraggio alla Costituzione. Della Carta del'48 si deve registrare la tenuta e la vitalità. L'unità e indivisibilità della Repubblica principio non negoziabile".

"Si pone oggi l'esigenza di un rinnovato, consapevole ancoraggio alla Costituzione: esigenza che appare tanto più forte quanto più si avverta un pericolo di disorientamento della comunità nazionale, per l'indebolirsi della sua coesione e del suo tessuto ideale e civile". Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a Venezia nel corso del suo intervento al Convegno 'La Costituzione domani nel 60° anniversario della Carta fondamentale della Repubblica'.

"La Carta del '48 - ha aggiunto il Capo dello Stato - è sotto questo profilo una riserva preziosa su cui far leva, purché ci si impegni innanzitutto a 'bucare il velo d'ignoranza che la circonda': facendone conoscere e studiare il testo, facendone cogliere le virtualità e gli stimoli critici. E' un impegno che deve assolutamente continuare, ben oltre il 60° anniversario della Costituzione repubblicana".

"Della Carta del '48 - ha proseguito il Presidente Napolitano - si deve però innanzitutto registrare - e questo non è un omaggio rituale - la tenuta e la vitalità di fronte all'urgere e al compiersi del processo di grande trasformazione e modernizzazione che l'Italia ha conosciuto nei decenni successivi.

La Carta ha saputo presiedere a un tale processo, accompagnarne anche le molteplici tensioni, grazie, tra l'altro, alla saggezza e lungimiranza di formulazioni che vennero pensate in modo da poter risultare non chiuse ma idonee al recepimento di istanze e sollecitazioni poco o per nulla prevedibili al momento della definizione di quel testo".

"Quel che ci interessa - ha inoltre affermato il Presidente della Repubblica - è come far vivere in questa fase storica la Costituzione repubblicana, in rapporto a domande della società e attese dei cittadini che non hanno finora trovato sbocco. Esse richiedono sforzi ulteriori sul piano dell'analisi e dell'interpretazione del dettato costituzionale, scelte di riforma o di più conseguente attuazione di norme insoddisfacenti o rimaste lettera morta".

"L'unità e indivisibilità della Repubblica - ha concluso il Capo dello Stato - resta valore storico e principio regolatore fondamentale, di certo non negoziabile, che dubito possa avere operato da 'narcotico', come qualche volta si è detto, ma che non è stato colto - molti sono gli esempi che lo confermano - nella sua inscindibilità dall'impegno, sancito nello stesso articolo 5 della Carta, a 'riconoscere e promuovere' le autonomie locali, ad adeguare la legislazione 'alle esigenze dell'autonomia e del decentramento'.