giovedì 23 marzo 2017

Londra - NO ALLA PAURA.

Ieri in seguito a un attacco al Parlamento britannico sono morte cinque persone, incluso l'attentatore. Un uomo alla guida di un Suv ha travolto i passanti sul ponte di Westminster andandosi a schian­tare contro una cancellata, sceso dal veicolo ha poi accoltellato un agente ed è stato infine ucciso dalla polizia. Theresa May: "Non ce­deremo mai al terrore".

di Renzo Balmelli

Si parla tanto di strategie per cambiare l'Europa, ma dopo quanto è accaduto a Londra nelle ultime 24 ore non sembra vi sia altra opzione allo stato attuale delle cose se non quella di formare un fronte comune per arginare la sfida senza respiro del terrorismo. Restare uniti è la principale forza di contrapposizione che i governi del continente possono mettere in campo proprio per impedire all' Isis di realizzare esattamente l'obiettivo a cui mira: sgretolare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni in modo da creare un terreno di coltura per la sua bacata ideologia.

    Alcune inquietanti coincidenze mostrano con ogni evidenza come l'attacco al cuore della capitale inglese non nasca per caso, ma sia il frutto di un disegno deliberato ed elaborato nei minimi particolari dalla cupola dell'organizzazione criminosa onde seminare il panico tra la gente. Per lastricare di vittime innocenti il ponte di Westminster, il ponte simbolico del Millennium e del progresso, è stata scelta una data densa di significati in quanto si colloca a un anno dal sanguinoso attentato di Bruxelles e alla vigilia del vertice di Roma convocato per sottolineare il sessantesimo anniversario dei Trattati che portano il nome della città e che in primo luogo vanno letti e interpretati appunto come un manifesto contro l'oscurantismo.

Pur nel solco del dolore e dello sdegno provocati dalla barbara aggressione davanti all'imponente e storico edificio che ospita il Parlamento del Regno Unito sarebbe un errore imperdonabile mostrare al mondo l'immagine di una Europa balbettante, timorosa e in balia dei suoi nemici: quelli esterni, certo, subdoli e sfuggenti, ma anche quelli interni che non perdono occasione per indebolirla. Dalla base è però salito un messaggio universale di solidarietà e di identificazione nei valori dello spirito e della cultura propri dell'Europa che in questi momenti carichi di angoscia fa bene al cuore. Un messaggio in tutte le lingue per dire: "Non abbiamo paura!".