domenica 4 ottobre 2015

Prime bombe russe


Putin nella palude siriana?
 
di Maria Teresa Olivieri
 
Mosca non voleva rimanere esclusa dalla costruzione della nuova Siria, ma soprattutto non poteva rimanere esclusa dai giochi in Medio Oriente mentre un paese amico come la Siria viene riorganizzato dall'Occidente con in testa la Casa Bianca. Così dopo il discorso davanti all'Onu, Putin passa dalle parole ai fatti. Stamattina il parlamento russo, su richiesta di Putin, ha dato il via libera e sono iniziati i raid aerei di Mosca sulla Siria. A darne conferma l'amministrazione americana, che è stata avvertita dal Cremlino prima degli attacchi (contatti sono stati inoltre avviati tra Usa e Russia per la gestione dello spazio aereo al fine di evitare scontri). "L'unico modo giusto di lottare contro il terrorismo internazionale è agire in anticipo, combattere e distruggere miliziani e terroristi sui territori già occupati da loro e non aspettare che arrivano a casa nostra" ha commentato da parte sua il presidente Putin.
    Alla base della decisione di Putin ci sarebbe la preoccupazione per l'aumento dei foreign fighters, combattenti dell'area dell'ex Unione Sovietica che sono andati in Siria, sono tornati a casa e costituiscono una diretta minaccia. Ma secondo i la Casa Bianca quella di Mosca "è improvvisazione", tanto che gli attacchi aerei russi si sono concentrati nelle province di Hama, Homs e Latakia, ma non in aree controllate dai jihadisti dello Stato islamico. Tanto da lasciar intendere che sotto le bombe russe sono finiti obiettivi diversi dai combattenti dello Stato islamico e che quindi i russi hanno agito in appoggio ad Assad contro tutti i suoi oppositori, più che contro lo Stato islamico.
    La speranza per gli Stati Uniti, che nel frattempo hanno dovuto sospendere i raid aerei per evitare sovrapposizioni con le operazioni russe, è che Putin finisca impantanato in una nuova guerra così come successo agli Usa, ma il capo dell'amministrazione presidenziale russa, Serghei Ivanov, ha spiegato che le operazioni dell'aviazione russa si svolgeranno in "un arco di tempo definito" e "non potranno andare avanti indefinitamente". "In Siria in queste ore si sta creando uno spiraglio di via di uscita", ha commentato dal Consiglio di Sicurezza Onu il Ministro degli esteri Paolo Gentiloni. "Una transizione politica graduale che però non dia vita a un vuoto di poteri come successo in Libia, e prima della Libia, in Iraq", ricalcando le affermazioni di Renzi di questi giorni.
    Diversa la posizione dei francesi che non vogliono certo che la Siria finisca nell'orbita di Putin, la procura di Parigi ha aperto un'inchiesta sui presunti crimini commessi dal regime di Damasco di Assad tra il 2011 e il 2013 sulla testimonianza di un ex fotografo della polizia militare siriana, fuggito dal paese nel 2013 con 55mila fotografie che proverebbero gli abusi e le brutalità commesse durante il conflitto. La Francia, inoltre, punta a sottolineare che le bombe russe hanno in realtà come obiettivo non l'Isis ma l'opposizione siriana. "Se hanno colpito a Homs, come sembra", ha affermato una fonte militare di Parigi, non è lo Stato islamico l'obiettivo ma probabilmente i gruppi di opposizione. Ciò conferma che "i russi vanno più in aiuto di Assad che contro l'Isis", a supporto della tesi di Parigi anche il capo della Coalizione nazionale siriana, il principale gruppo politico di opposizione ad Assad, Khaled Khoja. Secondo Khaled Khoja nei raid aerei russi sulla Siria sarebbero morti almeno 36 civili e le bombe hanno colpito zone dove i combattenti dello Stato islamico e Al Qaeda non sono presenti. "Tutti gli obiettivi colpiti dai raid aerei russi a nord di Homs erano civili" ha scritto Khaled Khoja, sul suo profilo Twitter. "Le zone colpite nelle operazioni aeree russe a Homs sono le stesse in cui lo Stato islamico combatteva ed è stato sconfitto già un anno fa".
    Mosca si affretta, nel frattempo, a dare per "legittimo" il suo intervento, facendo sapere che è stato il presidente Assad a chiedere "l'aiuto militare" di Mosca, anche per quanto riguarda specificamente l'invio di aerei. "D'accordo con la decisione del comandante supremo delle forze armate della Federazione russa, Vladimir Putin, le forze aeree russe hanno cominciato oggi bombardamenti mirati contro obiettivi dello Stato islamico sul territorio della Repubblica araba siriana", ha annunciato un portavoce del ministero della difesa di Mosca citato dall'agenzia di stampa Interfax.