mercoledì 25 gennaio 2012

Parliamo di socialismo

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Parliamo di socialismo

a cura della Fondazione Pietro Nenni

http://fondazionenenni.wordpress.com/

 

La quadriglia della riforma elettorale

E' ricominciata la pantomima sulla nuova legge elettorale. Temo che in questo modo quell'obbrobrio del Porcellum sopravviverà. Ma non si accorgono che il distacco dalla politica ha superato il 50% degli elettori e cresce?

di  Giuseppe Tamburrano

E' ricominciata la pantomima sulla nuova legge elettorale: c'è chi difende quella che c'è, chi la vuole alla francese, chi alla tedesca, chi alla spagnola e qualcuno alla austriaca. Dico "ricominciata" perché la stessa sceneggiata si è vista dopo la crisi del precedente governo Prodi allorchè il capo dello stato dette al Presidente del Senato Marini, l'incarico di formare un Governo con il fine principale di favorire la riforma della legge elettorale. Non se ne fece niente perché c'era chi la voleva alla francese, chi alla tedesca chi alla spagnola, ecc.. E si votò con il Porcellum.

    Questa volta si è ricorsi ad una richiesta di referendum che ha avuto un gran successo di pubblico e cioè di firme e di adesione di costituzionalisti

    Sono stato tra i pochissimi (insieme a Sartori) ad osservare e motivare che la Corte non poteva accogliere quel referendum (sul Corriere della sera nell'ottobre del 2011). E la Corte infatti lo ha respinto con quelle motivazioni.

    Ed è ricominciata la quadriglia: la legge elettorale va cambiata ma… c'è chi la vuole alla francese, chi alla tedesca e chi alla spagnola. Sembra un cafè chantant: chi mi prende per francese, chi mi prende per spagnola….

    Si sono persi mesi durante i quali si potevano elaborare le diverse proposte e portarle in Parlamento . La nascita del governo Monti che ha scongiurato lo scioglimento delle Camere , avrebbe permesso alle forze politiche di discutere e decidere con ponderazione una nuova legge. Non è troppo tardi per farlo, soprattutto se il Governo sopravvive fino alla scadenza naturale della legislatura (ma le Camere saranno impegnate con le misure "crescitalia"). E comunque quello che noi osserviamo è solo il chiacchiericcio di cui ho detto.

    Temo che in questo modo quell'obbrobrio del Porcellum sopravviverà. Ma non si accorgono che il distacco dalla politica ha superato il 50% degli elettori e cresce?
 
 

LAVORO E DIRITTI

a cura di  www.rassegna.it

Pesaro, scompare una fabbrica di calzature

L'ennesimo caso nelle Marche di azienda ripulita dei macchinari dalla sua proprietà. Il marchio potrebbe essere stato venduto alla Corea. 41 dipendenti senza lavoro da un giorno all'altro.

di Marina Druda

Tra le varie modalità di licenziamento selvaggio, da qualche tempo sembra prendere piede nelle Marche quella di far sparire – letteralmente sparire – le aziende. Dopo il caso della Best, azienda metalmeccanica di Montefano, in provincia di Macerata, la cui proprietà aveva apposto lo scorso autunno i sigilli all'impianto approfittando di un periodo di "ferie forzate", un nuovo episodio è occorso a Serra S. Abbondio, località dell'entroterra fanese, dove l'unico calzaturificio di una certa dimensione (41 dipendenti) rimasto sul territorio si è "volatilizzato".

    Proprio così. Il 4 gennaio, i lavoratori della Vainer hanno ricevuto una lettera di licenziamento da una fantomatica Industriale calzature Srl senza alcun preavviso. Il sindacato, subito allertato, non è riuscito a contattare il responsabile dell'azienda fantasma, mentre l'ex direttore del personale della Vainer dice di non saperne nulla.

    "Una vicenda incredibile – spiega Claudio Morganti, segretario generale della Filctem di Pesaro Urbino –, da tanti anni seguo il tessile e di piraterie ne ho viste a iosa, ma una cosa del genere mai mi era capitata". E proprio la Filctem sta cercando di trovare il bandolo di una matassa apparentemente inestricabile, partendo dalla contestazione dei licenziamenti. "Sono illegittimi – sostiene Morganti –, noi cercheremo di ottenere almeno l'indennità di mobilità (i lavoratori erano già in cassa integrazione, ndr) e di tutelare il personale in tutte le forme e con tutti gli strumenti possibili. Come sindacalisti facciamo il nostro dovere, ma crediamo che anche l'Ispettorato del lavoro e la magistratura debbano occuparsene".

    Il marchio ha avuto un passato "glorioso": 250 dipendenti fino al 2008 in un'altra località marchigiana dell'entroterra anconetano (Sassoferrato) e il lancio del fortunato "mocassino Vainer" venduto in tutto il mondo. Il calzaturificio chiude nel 2008, mettendo in mobilità i dipendenti per riaprire nella provincia di Pesaro Urbino con personale ridotto, 41 dipendenti. Fino al 28 dicembre 2011, quando – nonostante tutti i lavoratori fossero a casa per le feste – qualcuno nota alcuni strani movimenti nei pressi dello stabilimento: in particolare un via vai di tir e camion. Subito scatta l'allarme: il sindacato chiama i carabinieri e l'Ispettorato del lavoro, che però non riescono a entrare. Ora si teme che quei camion siano serviti a portar via i macchinari dall'interno della fabbrica. Sta di fatto che, immediatamente dopo la sortita natalizia, sono partite le lettere di licenziamento.

    La Cgil si è appellata anche alle istituzioni locali. Per tutta risposta, la Provincia ha portato il caso al tavolo anticrisi e sta cercando di rintracciare i referenti della Industriale Calzaturificio". "La ditta Vainer ci aveva contattati l'anno scorso per ottenere la cassa integrazione ordinaria – commenta ancora Morganti –, abbiamo sottoscritto un accordo per 13 settimane ed è stata regolarmente erogata. L'ultima richiesta riguardava i mesi di ottobre, novembre e dicembre. Ma abbiamo scoperto che all'Inps la richiesta di cig non è stata depositata e questo non consente un pagamento diretto da parte dell'istituto previdenziale".

    In questi giorni tutto il paese è stretto intorono ai lavoratori della Vainer: solidarietà, consiglio comunale straordinario, picchetti e manifestazioni. La Filctem ipotizza che il marchio sia stato venduto alla Corea e che la nuova ditta altro non sia che una scatola vuota per "tenere pulito" il marchio, liquidare la produzione e licenziare i lavoratori. "Noi vogliamo mettere in sicurezza i lavoratori – conclude Morganti – ma mi auguro che la magistratura proceda per verificare anche eventuali rilievi penali".
 

 

a cura di  www.rassegna.it

Il sindacato polizia in Sicilia: "Preoccupati per sciopero trasporti"

Il sindacato dei lavoratori della polizia Silp Cgil della Sicilia rileva, in una nota, che quello che sta accadendo nell'isola, la paralisi cioe' di molte attivita' per lo sciopero degli autotrasportatori, e' "assai preoccupante", e richiede "l'intervento urgente di tutte le Istituzioni, in particolare del Ministro degli Interni, perchè questa è una grave emergenza che non si deve considerare come un problema solo della Sicilia".  

    Il segretario generale del Silp Sicilia Luciano Cirri rileva ancora che "il blocco rischia di coinvolgere molte attivita' di utilita' pubblica", e sostiene anche che "si rischia che la situazione dell'ordine pubblico possa sfuggire di mano".

    "In un Paese civile e democratico – dice Cirri - è inaccettabile penalizzare la più grande regione d'Italia, senza che le Istituzioni, prima fra tutte il Governo, intervengano per far cessare questo stato di illegalità diffusa. E' inaccettabile che le stesse Istituzioni, quando c'è da 'mostrare i muscoli', lo facciano solo nei confronti dei più 'deboli' -  come si assiste spesso con le cariche agli operai che perdono il posto di lavoro –  mentre rimangano inermi di fronte ad una situazione così grave, con la paralisi di tutte le città siciliane".
 

IPSE DIXIT

Ci vuol tatto - «Il tatto nell'audacia consiste nel sapere di quanto spingersi troppo avanti». Jean Cocteau