lunedì 19 dicembre 2016

Verso l’udienza in Consulta - Un popolo “archepensevole” (in senso orwelliano)

di Felice Besostri

 

Fosse vera solo la metà di quanto si denuncia, le "riforme epocali" sconfitte il 4 dicembre dal popolo italiano, irrimediabilmente "archepensevole" in senso orwelliano, erano un pannicello caldo. 

    Ma nel nuovo governo ci sono tre figure che sono state determinanti per l'approvazione del combinato disposto "Italicum-Revisione costituzionale".

    C'è la presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato, Anna Finocchiaro, che non completò la fase referente in Prima Commissione.

    Non manca la ex Vicepresidente del Senato, Valeria Fedeli, che contro il Regolamento ammise l'emendamento "Super Canguro Esposito".

    Spicca e sfavilla Maria Elena Boschi, l'Evita Peron del renzismo, che come sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio è anche referente dell'Avvocatura dello Stato e quindi in grado di dare istruzioni in vista della decisiva udienza della Consulta del 24 gennaio.

 A quell'udienza il gruppo degli avvocati anti-Italicum, da me coordinato, è riuscito a far rimettere cinque ordinanze di incostituzionalità, che complessivamente abbracciano dieci dei quattordici motivi denunciati nei ricorsi.

    I cinque Tribunali sui ventidue aditi risultano ben distribuiti nelle cinque circoscrizioni europee: due nel Nord-Ovest (Torino e Genova), uno nel Nord Est (Trieste), uno al Centro (Perugia) e uno nelle Isole (Messina).

    Piccolo particolare: gli oggetti delle ordinanze corrispondono a vizi da noi previamente denunciati tutti nelle pubbliche audizioni tenutesi presso le Commissioni affari costituzionali di Camera e Senato.