Il nostro ordinamento prevede un equilibrio al vertice dello Stato tra un Parlamento in posizione di primato, un Presidente garante delle Istituzioni e un Presidente del Consiglio. Prevede? Forse sarebbe meglio scrivere “prevedeva”…
di Felice Besostri
Raccomando a tutti di non reagire alla notizia che Riccardo Muti dovrebbe diventare il prossimo inquilino del Colle facendo riferimento al cosiddetto “Principio di Peter”: non è applicabile perché riguarda organizzazioni gerarchiche e meritocratiche. Le istituzioni costituzionali non sono gerarchiche e men che meno meritocratiche, come abbiamo modo di constatare quotidianamente.
Per un grande direttore d’orchestra, come è Muti, il livello di incompetenza si raggiunge con la nomina a Direttore artistico, Sovraintendente di teatro d’opera o Ministro dello Spettacolo: Il Maestro Muti è già stato messo alla prova all’Opera di Roma. Quindi, non deve dimostrare più nulla!
Con la morte di Abbado c’è un posto vacante come Senatore a vita, il Presidente Napolitano prima di andarsene, non si sa quando, nomini Muti. Avvalorerebbe una prassi già seguita con la morte della prof. Levi Montalcini. cui è seguita la nomina della prof. Cattaneo, donna e ricercatrice. E’ vero che non è detto che cessino le manovre per portare Muti al Quirinale. Dopo Monti la nomina a sentore a vita è un viatico per altri incarichi e poi passare da Senatore a vita a Senatore di diritto, dopo aver avuto il potere di nominare altri Senatori a vita può essere una tentazione vertiginosa. Unico Neo, che nel frattempo il Senato diventi quella roba informe, che è attualmente all’esame della Camera dei Deputati, dopo essere stata approvata dal Senato, probabilmente come gesto scaramantico.
Con la nomina di Muti o di altri con le sue caratteristiche di estraneità alla politica, lo smantellamento della Costituzione della Repubblica farebbe un deciso e forse decisivo passo avanti: un segnale forte viste le difficoltà di far approvare l’Italikum e la revisione della Costituzione che, ben che vada, ha bisogno di 5 letture. Il nostro ordinamento prevede (forse sarebbe meglio scrivere “prevedeva”) un equilibrio al vertice dello Stato tra un Parlamento in posizione di primato, un Presidente garante delle Istituzioni e un Presidente del Consiglio.
Il Parlamento con il premio di maggioranza e le liste bloccate è diventato un organo che, tuttalpiù, può fare i dispetti con il voto segreto, come si è visto per la Presidenza della Repubblica: un dispetto che ha comportato una "smagliatura" o uno "strappo" (le opinioni sono divise): la rielezione di Napolitano. Con Muti al Colle uscirebbe di scena anche la Presidenza della Repubblica. Resterebbe solo al comando, senza contrappesi, un Presidente del Consiglio dei Ministri, mai eletto, sempre più Premier o Cancelliere con un Parlamento composto da parlamentari nominati e terrorizzati di perdere il posto. Credo che paradossalmente si dovranno rimpiangere le interferenze di Napolitano, che ha dovuto supplire all’assenza di un Parlamento con un minimo di autorità politica e morale, non basta essere superiori ai consigli regionali per esercitare il ruolo assegnato dalla Costituzione, perché 2 è meglio di 1 e, senza contrappesi, la deriva autoritaria o, nel migliore dei casi, solipsista, appare inevitabile.