martedì 29 gennaio 2013

Parliamo di socialismo - Attacco assurdo allo Stato sociale

a cura della Fondazione Pietro Nenni

http://fondazionenenni.wordpress.com/



Sulle colonne del Corriere della Sera del 2 gennaio Ostellino ha lanciato la grande offensiva contro lo Stato sociale


di Luciano Pellicani


Piero Ostellino argomenta la sua offensiva totale così: “Lo Stato che assiste il cittadino dalla culla tomba è, anche e, forse soprattutto quando è efficiente : 1) un non senso logico; una forma di paternalismo pubblico che deresponsabilizza l’individuo e lo regredire a uno stato semi-infantile; 3) una macchina costosa che brucia risorse, ingrassa e ingrossa la burocrazia che la gestisce; 4) una mistificazione politica che dirigisti e statalisti utilizzano per comprarsi il consenso elettorale a spese del contribuente –consumatore di beni sociali che potrebbe produrre l’iniziativa privata ”. E ha aggiunto che un siffatto ordinamento politico-giuridico “non regge alla prova empirica della realtà, dei fatti diligentemente raccontati”.

    Sorprende – e molto dispiace – che un giornalista intelligente e documentato come Ostellino proceda nella sua critica del modello socialdemocratico sistematicamente ignorando che il capitalismo centrato sul mercato autoregolato – di cui egli tesse l’apologia – è stato sottoposto a una critica serrata dai più autorevoli rappresentanti dell’attuale cultura liberale.

    Il popperiano Soros ha scritto tre massicce monografie e decine di articoli con cui ha analizzato l’intrinseca assurdità del sistema difeso da coloro che egli ha felicemente battezzato “i fondamentalisti del mercato”. Un liberale assai moderato come Luttvak ha “diligentemente” documentato gli sconci morali della “dittatura del capitalismo americano”, fra i quali quarantacinque milioni di cittadini senz'assistenza medica!

    Sempre un liberale, Krugman, ha calcolato che se l’America adottasse il modello di Stato sociale istituzionalizzato dai socialdemocratici canadesi, ci sarebbe un notevole risparmio; contemporaneamente, non solo i ricchi ma anche i poveri avrebbero l’assistenza medica garantita. Un altro autorevole liberale, il premio Nobel per l’economia Stiglitz, ha elogiato il modello svedese a motivo del fatto che ha saputo coniugare efficienza economia e equità sociale.

    I liberali Wollman e Colamosca hanno descritto il capitalismo americano, tanto caro a Ostellino, come un trionfo del capitale e tradimento del lavoro (The Judas Economy: The Triumph of Capital & the Betrayal of Work). E sempre un liberale, Rifkin, ha definito il compromesso socialdemocratico fra Stato e mercato “la più umana forma di capitalismo mai realizzata”. Infine, il liberale Dahrendorf non ha esitato a esaltare la creazione dello Stato sociale come la più benefica rivoluzione culturale dell’intera storia dell’umanità.