Ho letto il programma in 15 punti del Movimento 5 Stelle. Alcune proposte sono intelligenti e altre no. Mancano la cultura, l'identità, il progetto politico. Dettagliata e largamente condivisibile è la "moralizzazione" e sono presenti tante proposte concrete in buona misura accettabili.
di Giuseppe Tamburrano
Il Movimento a cinque stelle cresce: è ormai il secondo "partito" e si avvicina al 20 per cento. Politicamente qual è il suo programma? La domanda sembra sciocca perchè Grillo è l'anti politica . Certo, ma si presenta alle elezioni: le può vincere, come ha vinto nelle recenti amministrative, e che cosa succede?
Ho letto il programma in 15 punti del Movimento. Vi sono proposte accettabili e altre no, ma non c'è mai il "quadro", cioè la politica. Che cosa farebbe sul problema europeo? Sarebbe con i federalisti? Quale sarebbe la politica estera? E quella agricola? Che cosa pensa sul rapporto stato-mercato? E che cosa farebbe in materia di politica industriale? E' per la repubblica parlamentare o presidenziale, per una legge elettorale proporzionale o bipolare? E potrei continuare: mancano la cultura, l'identità, il progetto. Dettagliata e largamente condivisibile è la "moralizzazione" e sono presenti tante proposte concrete in buona misura accettabili.
In breve, il grillismo si limita da sé poiché nel programma vi sono solo sette voci: Stato e cittadini, Energia, Informazione, Economia, Trasporti, Salute, Istruzione e non c'è niente sui tanti altri capitoli della politica. In queste condizioni, ciò che caratterizza il movimento e cioè il pittoresco, l'aggressione verbale, la battuta che cosa diventano se Cinque Stelle mette piede in Parlamento? Si alleerà con Di Pietro? E anche se potrà conservare la sua grinta – ma Di Pietro non è da meno! – il Movimento inevitabilmente si parlamentarizzerà. Cioè non sarà più antipolitica, ma politica di cose concrete (e limitate).
I suoi rappresentanti saranno giovani, onesti e concreti. Si manterranno puri? Non dimentichiamo i dipietristi, gli Scilipoti, passati dall'altra parte. Ma comunque saranno necessariamente inquadrati in un partito che sulle proposte del governo voteranno "si" o "no" come gli altri. Finiranno come il Marziano di Flaiano guardato con apprensione, con tremore da tanti e poi "socializzato" ai tavolini di Via Veneto?
Come ho detto, molte delle proposte del programma sono accettabili e molte non lo sono (e mi piacerebbe conoscere le proposte sulle materia che non sono contenute nel programma), ma in conclusione, nella misura in cui entra nelle istituzioni, il Movimento si "costituzionalizza", è costretto a fare i conti con i problemi reali e diventa "politica". Qualcosa come la Lega che a Roma Ladrona è diventata ladrona. Avremo un partito in più nei comuni, nelle Regioni, alle Camere (chissà?! al governo) con la speranza che non finisca come la Lega. Ma Grillo sostiene che egli vuole abolire i partiti e introdurre la "democrazia diretta". Bisogna che ci spieghi questo concetto perchè, a prima vista, non è possibile che tra i cittadini e lo Stato non vi sia nulla e che i cittadini siano in grado di appropriarsi la politica senza mediazioni o intermediazioni. Nel 2000, con le edizioni Il Mulino\Alfa Tape, è apparso un libro scritto da Vito Mondino, da me e da Pedrazzi dal titolo "Primarie bipolari". Mondino ha sostenuto che è possibile una democrazia senza mediazioni partitiche. Io ho replicato che a me la cosa piacerebbe moltissimo, ma tecnicamente non si può fare. Forse Grillo è più bravo di Mondino: e allora ci spieghi la sua democrazia diretta. Che certamente non può essere l'invio di curriculum da parte dell'aspirante candidato alla elezione e la decisione al vertice di Grillo, coadiuvato da un ristretto nucleo di persone.